Le vacanze e i sogni infranti


Le vacanze e i sogni infranti

 

Avete mai fatto quel gioco: se tu non avessi problemi di tempo e di soldi, dove andresti in vacanza?

Io so da molti anni dove vorrei andare in vacanza: vorrei visitare Ur, l’antica capitale sumera.

Mai città, mai cultura mi ha più affascinato di quella dove, più di cinquemila anni fa, è nata la prima civilà urbana del mondo, dove gli uomini,per la prima volta nella storia, hanno imparato a scrivere. Ur, da dove venne Abramo, il padre delle religioni ebraica, cristiana, musulmana.

Al British Museum di Londra mi sono incantata di fronte a stupendi strumenti musicali, ai meravigliosi gioielli e alla delicatissima acconciatura di una fanciulla sumera, di una bellezza e di una armonia modernissime e universali.

Vorrei visitare Ur, a cui tutta la nostra cultura è debitrice di civiltà e di bellezza.

 

Ur si trova a Nord Ovest di Bassora

 

Quel che rimaneva, della sua antica meraviglia, è stato distrutto dalla prima guerra del golfo e dall’indifferenza di un regime dittatoriale insediato da una potenza straniera.

Ora sul regno di Ur sono piovute le bombe della democrazia: la civiltà dell’Occidente, figlia, come tutto il mondo, di quell’antico popolo, ha pagato il suo debito con le armi e i carrarmati, seminando stragi, distruzione, morte. Una bandiera a stelle e a strisce sventola orgogliosa su un ammasso di rovine che puzzano di sangue e di morte. Donne, uomini, bambini, quelli ancora vivi, sgomenti, stracciati, disperati, ringraziano per questa lezione di civiltà.

 

Piena di vergogna per l’ignominia che viene compiuta nel nome di quella che è anche la mia civiltà, chiedo scusa al popolo irakeno, piangendo con loro con le parole di un’antico lamento.

Sono state scritte più di quattromila anni fa.

 

Lamentazione sulla distruzione di Ur

 

In quel giorno il vento fu allontanato dalla città,

quella città in rovina

O padre, quella città fu ridotta in rovina,

il popolo si lamenta

Nelle sue grandi porte dove andavano a passeggiare,

cadaveri giacevano tutt’intorno;

Nelle sue ampie strade dove erano celebrate le feste,

furono assaliti crudelmente.

Colui che stava vicino alle armi,

fu abbattutto dalle armi

Colui che sfuggì alle armi,

fu abbattuto dalla tempesta

Ur: i deboli e i forti

morirono di fame;

Madri e padri che non avevano abbandonato le le loro case

furono sopraffatti dal fuoco

Le madri che allattavano,

i loro seni furono aperti con la forza

Il consiglio del paese fu dissolto

Il giudizio del paese finì

 

(Da un’iscrizione sumera del III millennio a. C.)